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La scelta del vestito da sposa

Scegliere il vestito da sposa non vuol dire scegliere soltanto il modello, il colore o il tessuto. Scegliere l’abito da sposa implica alcuni dettagli di cui è importante tener di conto.
Innanzi tutto, un a volta scelto il vestito, è importante scegliere le scarpe. Le scarpe dovranno essere comode e dello stesso colore del vestito, a meno che non si decida di creare un contrasto come ad esempio vestito bianco e scarpe rosse dello stesso colore dei fiori del bouquet. Alla prima prova del vestito è necessario portare le scarpe in modo da definire l’altezza dell’orlo.
Dopo aver scelto l’abito e le scarpe occorre comprare l’intimo che dovrà essere liscio, senza pizzo e cuciture, in modo da non lasciare segni.
Durante la prova non lasciare nulla al caso: se il velo non ti piacesse, provalo lo stesso, magari l’emozione ti farà cambiare idea. E così anche con gli altri oggetti, con i guanti, il coprispalle e accessori vari. Se ti sposi, poi, in autunno o inverno è meglio prevenire acquistando un ombrello dello stesso colore del vestito.
Quando poi andrai all’ultima prova del vestito portati dietro tutto quello che ti metterai quel giorno, come se fosse una prova generale.

Per alcuni idee sull’abito da sposa visita il sito www.magnanisposa.it

Oggi sposi? Sì, ma con lo sponsor

In Francia la nuova tendenza lanciata da alcune coppie per potersi permettere un giorno indimenticabile.

In tempi di crisi, il matrimonio per molte giovani coppie è quasi un miraggio. Colpa dei costi proibitivi, magari sinonimo di debiti. In Francia, però, si è trovata la soluzione. Le nozze diventano un evento, da farsi sponsorizzare. E non da parenti e amici, ma da vere aziende attive del settore. Un fenomeno generazionale, in netta espansione grazie anche a internet, in un paese dove lo sposalizio è in concorrenza diretta con i più agevoli Pacs. Nel 2008, infatti, i «patti civili di solidarietà», sono raddoppiati rispetto all’anno precedente e dal 1999 sono state scelte oltre 400mila coppie (a discapito del matrimonio). Nel 2003, infatti, per ogni Pacs formalizzato si contavano nove unioni tradizionali. Il rapporto è ormai sceso a due Pacs per matrimonio. Tra le ragioni, anche il costo delle nozze. In media, per un matrimonio con un centinaio di invitati si spendono tra i 10 e 15mila euro. Somme irraggiungibili per alcune coppie di giovani, magari precari, che sognano comunque di vivere un giorno indimenticabile.
Lo scorso autunno, però, due francesi hanno deciso di aggirare l’ostacolo ispirandosi a quanto accade negli Stati Uniti da una decina d’anni: sponsorizzare il loro matrimonio. Il sogno di Natacha e Vincent è diventato realtà il 20 settembre grazie anche a 13 sponsor che hanno creduto nella scommessa. Il primo passo è stato la creazione di un blog, circa un anno prima della fatidica data. Primo tassello di una strategia di comunicazione atipica, ma che ha rapidamente sedotto i media. E’ bastato un servizio su una rete televisiva, incuriosita dall’iniziativa, per attirare i primi partner commerciali. Poi sono arrivati tutti gli altri, per un risparmio di circa cinquemila euro sui 12mila previsti. Natacha e Vincent hanno poi scelto la Sardegna per il viaggio di nozze. Il loro matrimonio autofinanziato ha ispirato molte altre coppie che sono riuscite a coprire voci di spesa come il vestito da sposa, le candele, il parrucchiere, l’estetista, l’orchestra. Jeff e Julie, di sponsor ne hanno conquistati una quarantina, riducendo ai minimi l’esborso. I due futuri sposi si sono conosciuti su internet e la dimestichezza con la rete ha agevolato la ricerca di aziende disposte a sostenerli in cambio di visibilità alternativa e a basso costo, tramite link e soprattutto reportage di tv, giornali locali e siti di informazione, o ancora sotto forma di adesivi ben in vista sull’auto dei fidanzati. Ma il matrimonio sponsorizzato, avvertono, richiede tempo, dedizione e determinazione per non scoraggiarsi davanti alle inevitabili risposte negative e anche alle critiche di amici e parenti. Per Sylvie e David, che convoleranno nel 2011, in Francia non c’è ancora la mentalità giusta: «Il matrimonio è considerato qualcosa di intimo». «Alcuni amici hanno disdetto quando hanno saputo che sponsorizzavamo il matrimonio. Un peccato. C’è anche chi ci ha accusato di svenderci». L’idea invece piace al vicepresidente della Confederazione nazionale delle associazioni delle famiglie cattoliche: «In un’epoca in cui ci si sposa sempre di meno, trovo straordinario il coraggio di queste coppie che anche di fronte a critiche e difficoltà non rinunciano al loro progetto». Aurore, dottoranda che sposerà Alexandre il 22 maggio, intende sfruttare fino in fondo l’esperienza: «La ricerca di sponsor è diventata una sfida che intendo valorizzare anche sul mio curriculum».